Elaboriamo un documento dove sono iscritte le propensioni del nascente Sindacato O.S.A. Polizia sino al consesso del 1°CONSIGLIO NAZIONALE, che avrà luogo nella prossima primavera, ove saranno istituiti i PRINCIPI, le ATTITUDINI, i PROGRAMMI e le PECULIARITA’ dell’organizzazione sindacale.
Nel frattempo ci occuperemo delle prioritarie ed urgenti istanze sindacali.
OSA, vade mecum
• Perché OSAre
Dopo 43 anni da quel fatidico 1 Aprile del 1981 (…non è uno scherzo! Sebbene in più di una occasione pare lo sia stato e spiegheremo perché, dove e quando ciò è avvenuto) abbiamo avuto modo di annoverare decine di sindacati che si sono prodigati per il ben-essere del poliziotto. Ma proprio quando l’essere umano che risiede in ogni poliziotto è stato oltraggiato, vilipeso, offeso nella sua sfera più intima, ossia quella della dignità, tal risme rappresentative si sono sciolte come neve al sole.
Qualcuno ha posto in essere un patetico tergiversare tra l’appellarsi ai diritti costituzionali e le contingenti emergenze della Pandemenza in atto, per poi planare nel mare magnum del pedissequo asservimento ai diktat più illogici ed insensati e a-scientifici che si potessero mai immaginare.
Quindi, alla fine, anche coloro che inizialmente si pensava potessero discostarsi dal coro han trovato la gran parte dei predetti sindacati ad accoglierli nel loro comodo stazionar sulla riva dell’Acheronte!
Noi, invece, quelli del dubium sapientiae initium di cartesiana memoria, non ci siamo fatti abbindolare dalle sirene mistificatrici di salvezze tanto instabili quanto surrettizie ma ci siamo fatti indirizzare dall’istintivo e atavico amore per la nostra dignità.
Ciò ci è costato (…e costa tuttora) le bastonate più poderose che potessimo mai immaginare. Vieppiù provenienti da quella “mamma” che per decine di anni abbiamo rispettato e servito con onore e perseveranza, nel rispetto di quel giuramento che, ancora imberbi, abbiamo prestato con tutta la nostra convinzione e proprio per dar costrutto ed unione alle nostre personali recenti scelte di non aderire alla vaccinazione e, pertanto, di non essere domati … così ebbe vita.
• OSA Polizia … il coraggio delle scelte indomite
Perché solo tenendo al centro il rispetto della dignità del poliziotto, si possono attuare quelle correzioni alla nostra categoria professionale che, dopo 41 anni, sono diventate improcrastinabili. Pena, un sempre più travolgente declino del servizio che siamo tenuti tutti noi ad offrire al cittadino comune: la pubblica sicurezza.
• Bella e impossibile… da vedere
Come per tutte le opere d’arte, anche le più belle, lo scorrer degli anni porta al seguito i segni di stanchezza e, talvolta, profonde crepe. Spesso – troppo spesso ahi noi! – si è optato per un maquillage che non ha fatto altro che sormontare strati su strati di stucco. Col risultato di cambiarne la fisionomia.
Fuor di metafora ci riferiamo allo stato dell’arte della Polizia di Stato che abbisogna, a nostro avviso, di una corroborante cura ricostituente. Partendo dalla summa di cosa deve essere un poliziotto, ovvero un solleciti investigatore del vero. Infatti è proprio in questa precipua essenza di cosa è il poliziotto che si dovrebbe incardinare tutta l’infrastruttura della Polizia di Stato.
La riforma del Codice di Procedura Penale del 1989, invece, ha convertito ciò in maniera irreversibile, tanto è vero che ha portato la genuina figura del poliziotto nell’oblio, cosicché ora si trova nella supina prostrazione verso un altro importantissimo ganglio vitale della nostra democrazia che è la Magistratura, ma che ha tutt’altre attribuzioni e finalità.
Per poter assurgere al ruolo del poliziotto, fautore e latore del dubbio, non sono sufficienti titoli accademici blasonati, corsi specialistici-specializzanti-in specialità, ma serve l’umile procedere dal basso, dalle più apparentemente insignificanti attività operative. Il libro va scritto pagina dopo pagina, e ciò per un fondamentale e fondante fattore che è facilmente riconducibile al saggio assioma, secondo cui non si nasce imparati, bensì per imparare. Tale tesi viene maggiormente confutata se si considera che la nostra professione è l’unica a non prevedere studi accademici mirati a tal formazione ma vi sono solo branche del sapere che possono: sì aiutare l’aspirante poliziotto nello strutturarsi alla teoria, ma giammai lo porteranno alla definizione pratica del mestiere.
Pertanto, una Polizia proiettata su questo unico fine permette di creare quella mente indipendente e pensante del poliziotto che, in ogni ordine, ruolo e qualifica, e con le dovute responsabilità, struttura in modo dinamico e meritocratico, tutta la nostra amministrazione.
• Agende scarabocchiate: la semeiotica del “masticatore d’asfalto”
Il primo passo in avanti da effettuare è, paradossalmente, quello di ritornare su quei passi che hanno fatto la storia della Polizia di Stato, ossia ritornare a compilare quell’agenda che era la fedele compagna dell’operatore di strada, di colui che masticava asfalto, notte e dì, annotava meticolosamente sulla propria agenda gli aspetti salienti che riusciva a scorgere, li elaborava ed infine operava con decisione e con equilibrio.
L’agenda di cui sopra va pari passo con la semeiotica del masticatore d’asfalto, ossia il tastare con mano le varie problematiche della sicurezza che si parano innanzi, analizzarle, trovarne la soluzione più consona e trasmettere tale sapienza alle generazioni a venire. Cosicché si possa solo migliorare. Guai a scollegare e creare dei comparti stagni tra le varie strutture della polizia (cosa che sempre più di sovente sta avvenendo) perché ciò comporta, dal punto di vista operativo, una perdita di tempo e rende al cittadino un servizio radente al mediocre. Inoltre ciò crea quello scollamento in seno alla popolazione della Polizia che rischia di inficiare quella serenità lavorativa, la cui carenza può essere alla base di tante, troppe, tragedie umane che si stanno verificando con una frequenza mai vista prima.
• Identità & Indennità
Poiché, come tutti ben sappiamo, non si cantano messe senza denari, l’aspetto economico assurge a ruolo fondamentale in una organizzazione professionale altamente qualificata e qualificante – come è quella del poliziotto 2.0 – perché sono passati i tempi in cui ci si arruolava (ergo si andava alla ricerca del posto fisso seppur poco remunerato), come sono passati quelli del l’obbligatorietà del servizio di leva che, gioco forza, determinava un ricambio continuo e costante del personale e che, di rimando, andava a tamponare quelle falle del sistema sicurezza già affioranti da più parti.
Se a ciò aggiungiamo che i tempi moderni impongono una forte identità operativa, viene di conseguenza ragionare su una Polizia altamente specializzata. Specializzazione che deve essere giustamente ed equamente ricompensata. Senza creare quelle sperequazioni che hanno determinato le improvvise (ed in taluni casi improvvide) “transumanze” da settori mal serviti a
quelli più appaganti. E che hanno, al contempo, creato un depauperamento di quegli ambiti di partenza e di appartenenza conclamata che difficilmente verranno ricompensati in tempo e modo debito. Tutto ciò determina un abbassamento del livello qualitativo del servizio di sicurezza offerto.
• Polizia di Stat…istica
Ormai i numeri hanno soppiantato le persone. Se si è arrivati a ciò è anche perché si è instaurata una visione distorta delle statistiche, le quali sono diventate il dominus di ogni politica gestionale (sia periferica che centrale) del personale e dell’attività dallo stesso svolte. Sebbene le statistiche nascano per migliore l’attività lavorativa si è arrivato al paradosso che esse stesse la indirizzano e la indottrinano. Da utile mezzo conoscitivo della realtà sociale in cui si opera sono diventate il fine ultimo di malcelate risposte alla sempre più incessante richiesta di sicurezza.
• Nessun chiodo (fisso) per le sciabole
La summenzionata pessima riforma del Codice di Procedura Penale ha, inoltre, determinato un costante ed incessante salto-al-primo-chiodo-fisso disponibile delle sciabole, cosicché potessero fissarsi comodamente al muro senza più colpo ferire. Lasciando “i foderi” a combattere. Ma le sciabole, ossia tutti i funzionari e i dirigenti della Polizia di Stato, non possono abdicare alla loro missione di competenti e combattenti sia perché non lo prevede il loro intrinseco status, sia perché sono di vitale importanza affinché i “foderi” possano rendere al massimo delle loro capacità.
In conclusione, le uniche rispondenze cui soggiacere sono quelle del comune cittadino che da noi auspicherebbe, vorrebbe, pretenderebbe quel servizio di sicurtà et equilibrium che gli permetterebbe, ci permetterebbe di avere un futuro amico!
Aversa (CE), lì 27 gennaio 2024
LA SEGRETERIA NAZIONALE
Luisa BREGNINI Leonardo LEOPIZZI Tiziano MORETTI Ivan Carmine SOLLA Luca CELLAMARE
Antonio PORTO
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