Tanto tuonò che piovve. Pioggia acida, figlia di nubi cariche di quei umidi ristagni normativi che risalgono all’ultimo Accordo Nazionale Quadro promulgato nel 2009.
A ciò si aggiungono quei venti afosi provenienti dalle sconsiderate e folli spese che in questi decenni si sono assommate raggiungendo il culmine nel periodo della Pandemenza con l’acquisto del salvifico siero et similia, il tutto nel ragguardevole contesto di un affossamento dell’economia nazionale per le altrettanto salvifiche chiusure commerciali e sociali.
Quando si giunge al redde rationem della più screanzata gestione della finanza pubblica non bastano i teatrini delle vedove sconsolate a reggere in vita l’irrecuperabile.
Il prossimo rinnovo contrattuale del Comparto Sicurezza – afferente alla sola sfera economica, giammai quella normativa, tsè! – pare debba portare alla luce, oltre alle ovvie miserrime elargizioni dovute alle dinamiche economiche e sociali sopra accennate, addirittura delle perequazioni economiche che, ipso facto, avranno delle paritetiche determinazioni normative. Se ciò avverrà, vedremo affossata definitivamente ogni peculiarità operativa della Polizia di Stato, così come cristallizzato dalla Legge 121/81, in seno alla gestione dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica nazionale.
Oggi il poliziotto viene aggredito da tutti i fronti ma quello più lacerante proviene da coloro che dovrebbero tutelarlo, poiché titolari di rappresentatività numerica, ma che, di fatto – trovandosi in una pluridecennale co(indi)gestione della gerenza con l’Amministrazione – hanno ripiegato sul più comodo ruolo delle prefiche al funerale della dignità del poliziotto. Vi è, addirittura, chi assurge al ruolo di corifea, poiché pare urli con più clamore.
Ma la nenia finale è di una straziante crudità in quanto rischia di volgere sempre più speditamente al “Poscia, più che ‘l dolor, poté il digiuno”, di dantesca memoria. Perché è al digiuno economico e professionale del poliziotto che porterà la china che si è intrapresa in quest’ultimo teatrino delle contratte contrattazioni del lavoro del poliziotto.
Noi di OSA Polizia, avulsi a qualsivoglia logica rabberciatrice di pochi spiccioli economici e di illusoria dignità, denunceremo senza alcun ritegno la frode che si sta compiendo ai danni della professionalità e delle tasche dei poliziotti e dei loro cari più prossimi che, con paritetica crudeltà, stanno subendo gli affronti di queste farlocche contrattazioni economiche.
Pertanto solo approcciando nel suo complesso l’aspetto contrattuale si può ambire ad un giusto soddisfacimento delle esigenze professionali ed economiche del poliziotto.
Altrimenti non ci resta che ascoltare i triti e ritriti canti laudativi in onore del defunto:
la dignità umana del poliziotto.
Il nostro contributo come OSA Polizia continuerà sino al compimento della Giustizia!
Attendiamo determinazioni e fatti …
e … come sempre … auspichiamo Che il Futuro ci sia Amico !!!
Aversa (CE), lì 28 ottobre 2024 La Segreteria Nazionale
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