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14 Agosto 2024

Stipendio, fonte di dignità.

Straordinario, fonte di sudditanza.

Che cosʼè lo stipendio? 

È il controvalore della dignità umana elargito dopo una prestazione lavorativa. Tale corresponsione affonda le sue origini proprio nellʼambito militare dellʼAntica Roma in cui i valorosi legionari erano una colonna portante del mastodontico Impero. Lo “Stipspendium”, il pagare con moneta spicciola, era la base fondante del rapporto di fiducia operosa tra il militare e lʼImpero. Ed è proprio in questo basilare rapporto che si cementava la struttura organizzativa di un Impero.

Fatta questa doverosa premessa, ci catapultiamo nellʼultimo ventennio del secolo scorso. I “militari” dellʼepoca, le Guardie di Pubblica Sicurezza, percepivano anchʼesse lo stipendio ma non vi era alcuna contrattazione e dovevano accontentarsi di quanto veniva loro magnanimamente elargito dal “padrone”, ossia lo Stato. Solo quando si veniva a creare qualche frattura profonda (leggasi dipartita della Guardia di Pubblica Sicurezza per cause attinenti al servizio operativo) allora si proponeva una aggiunta di malta (leggasi aumento stipendiale di 10.000 Lire!) per sorreggere il muro di sostegno della Sicurezza Pubblica. Tal rabberciamento non poteva continuare allʼinfinito poiché, prima o poi a furia di rattoppi, il muro sarebbe crollato definitivamente. Talché i poliziotti di Viterbo (unici in Italia) si raccolsero sotto la loro Prefettura di competenza ‒ non dopo aver “chiuso” la Questura – e, a furia di insistere in maniera coesa e ficcante, vennero ricevuti dal Prefetto. Furono i prodromi della contrattazione stipendiale. Cosicché, a Legge 121/181 promulgata, si poté allestire il Tavolo della Contrattazione fra sindacati e datore di lavoro. Si iniziò a discutere di remunerazione delle ore di lavoro extra- ordinario, reperibilità, indennità e normative inerenti alla giusta corresponsione del lavoro svolto, il tutto nel rispettoso quadro della dignità umana del Poliziotto, ormai non più Guardia di Pubblica Sicurezza. Tale sforzo portò allʼaumento di 400.000 Lire, che per lʼepoca fu un traguardo esorbitante.

Nel corso dei decenni questa iniziale vis contrattuale è andata sempre più affievolendosi sino ad arrivare al balletto dei teatranti di odierna visione. Si è perso quellʼanimus pugnandi dei primordi e si è planati nella semplice ratifica di ciò che viene deciso unilateralmente dal datore di lavoro. Così facendo si è perso di vista il vero ruolo della dialettica contrattuale che affonda le sue radici nel portare in evidenza i principi fondanti della dignità del poliziotto e tramutarli in una giusta ed equa corresponsione economica. Pertanto una seria contrattazione stipendiale deve incardinarsi su ben altri valori e per far ciò è necessaria una rivoluzione copernicana nellʼindividuazione dei parametri contrattuali. Cʼè tuttʼoggi tal sensibilità in coloro che si siedono al tavolo della negoziazione? Noi di OSA Polizia pensiamo proprio di no.    

A tuttʼoggi dobbiamo tristemente constatare che siamo lʼunica categoria di lavoratori, nel variegato mondo del lavoro dipendente, in cui lʼora di straordinario viene pagata meno dellʼora ordinaria andando così ad innescare un perverso percorso lavorativo meramente finalizzato allʼaccaparramento della suddetta indennità accessoria. Che, proprio come sottolinea lʼaggettivo, deve essere quel quid in più e non la base di una arraffazzonata mediocrità stipendiale. Vieppiù che le attuali condizioni socio-economiche in cui vive il poliziotto italico sono sempre più onerose ed un aumento della base stipendiale per essere dignitoso dovrebbe attestarsi su alcune centinaia di euro e non il miserrimo “centone” tanto sbandierato. 

È giunto il momento di smetterla di prostrarsi innanzi alla controparte col cappello in mano!!

Già noi di OSA Polizia abbiamo vissuto sulla nostra pelle la prevaricazione gestionale della nostra amministrazione, pertanto non abbiamo scrupoli nel render pan per focaccia e non farci fagocitare in desuete formule contrattuali. 

Il nostro Sindacato OSA Polizia è il Sindacato dei diritti, della Dignità Umana e di quella Professionale, pertanto diciamo a voce alta che i diritti dei Poliziotti non dobbiamo elemosinarli a nessuno e ci batteremo (come fecero i colleghi di Viterbo) sino al raggiungimento delle libertà compiute sancite dalla Costituzione!

Aversa (CE), lì 09 agosto 2024

LA SEGRETERIA NAZIONALE

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