Rinnovo del contratto di lavoro dei Poliziotti…… Triennio 2022-2024
UNA QUESTIONE ITALICA !!
Gent.mi Colleghi e Cittadini …
Nel mese di agosto dell’anno di grazia 2023, probabilmente dopo una “morte apparente” e di seguito ad un deforme ed orribile sogno collettivo delle varie sigle Sindacali della Polizia di Stato, che – destatesi improvvisamente … chissà perché ?!? – hanno convenuto sulla necessità e la urgenza di scrivere al Governo per avere, nel più breve tempo possibile, un preliminare incontro per il rinnovo del Contratto di Lavoro per i Poliziotti, inerente il triennio 2022/2024, “inavvertitamente dimenticato” da oltre due anni!
Detto e realizzato, alle prime luci dell’alba del giorno 1° settembre 2023, le predette OO.SS., ormai a mente illuminata ed ispirate da chissà quale afflato di creatività, iscrivono: –
^^^ Al Presidente del Consiglio dei Ministri – Al Ministro per la Pubblica Amm.ne-Al Ministro dell’Interno e, p.c. Al Signor Capo della Polizia: –
Pregiatissima Signora Presidente, Egregi Signori Ministri, Signor Capo della Polizia, come in ogni processo di programmazione/pianificazione di interventi per investimenti e sviluppo, oggi, non si può non tenere in considerazione … – e da questo punto è tutto un profluvio di sindacalese della miglior specie sino alla immancabile chiosa – …
“Confidiamo sia pienamente condivisa dalle preg.me SS.VV. la convocazione etc.”
Orbene … anche il più stolto dei lettori afferra in un fiat che tali declamazioni, potrebbero apparire quale posizione di sottomissione o peggio di asservimento, con conseguenze negoziali a dir poco disastrose e comunque poco lodevoli, e, probabilmente – crediamo – non “portano neanche bene”, considerati ed osservati i risultati degli eventi precedenti.
Insomma, giammai un Sindacato deve farsi afferrare da una sorta di sindrome da timidezza o peggio di asservimento, pena la sua palese incapacità contrattuale.
Noi di OSA Polizia pur non avendo a tutt’oggi i numeri per poter partecipare alla trattativa, abbiamo uno sguardo spurio da incrostazioni pregresse e da visioni obsolete. Proprio nella fiamma della genesi del nostro sindacato, da ciò che hanno patito i suoi fondatori ed i suoi iscritti, che sono da ricercarsi gli elementi di natura contrattuale che probabilmente sono più vicini alle esigenze dei Lavoratori della Polizia di Stato ed alla tutela della sicurezza e della tranquillità dei cittadini tutti!
Ormai è palese anche al più disattento dei poliziotti che sedersi ad un tavolo per cincischiare su un ipotetico aumento di decimi di euro per impalcature retributive obsolete e fuori da ogni logica negoziale di qualsivoglia comparto del mondo del lavoro, sia pubblico che privato, o è da incompetenti cronici o è da conniventi.
La stessa “chiusura-di-occhi” che abbiamo avuto modo di constatare tre anni addietro quando veniva calpestata la più basilare pre-condizione di una comunità di lavoratori: la dignità.
E qual è il fronte più pregnante per ristabilire quella dignità oramai perduta?
La contrattualizzazione delle condizioni di lavoro.
Non è solo il mero aspetto economico che deve essere posto all’attenzione dei più, perché questo in sé per sé non crea un miglior servizio da rendere al cittadino (…magari bastasse quello!) ma è tutta l’impalcatura retributiva che deve essere ridiscussa e sottoposta ad una rivoluzione copernicana. Perché i tempi che viviamo impongono una altissima professionalità degli operatori della Sicurezza e dell’Ordine Pubblico e tale pre-condizione, oltre che esser suffragata da precise ma fondamentali (ri)attribuzioni operative – come, ad esempio, il ripristino delle univoche peculiarità del ruolo dell’ispettore – passa per la resuscita del primo omicidio contrattuale (… di fatto avvenuto in culla!) ossia il diritto allo sciopero.
Il nuovo percorso contrattuale da noi auspicato, inoltre, deve planare nel terreno delle
Specialità.
Ormai il lavoro del poliziotto non è più quello di cinquanta/sessanta anni fa ove, tuttalpiù, si rincorreva per le campagne l’autore del reato di abigeato, bensì è un coacervo di conoscenze acquisite, competenze di settore e specificità di intervento che non possono più esser demandate a ondivaghi e onniscienti capitoli di spesa ma a precipue indennità.
Sostanzialmente e a ben veder non c’è nulla di nuovo sotto il sole… stiamo parlando con schiettezza e senza tanti giri di sindacalesi parole dell’antico ed imperituro do ut des.
Dove, nel nostro caso di specie, all’abnegazione per un mestiere unico ed inimitabile nel panorama del mondo del lavoro deve corrispondere una dignitosa retribuzione.
Non è la scoperta dell’America ciò, ma è proprio la mancanza di approvvigionamento di tali basilari concetti nelle attuali contrattazioni che ci lascia basiti.
Fosse che fosse, che far viaggiare di pari passo la dignità, la professionalità e la retribuzione siano in antitesi alla facile ed attuale manovrabilità del poliziotto?!?
Non avremo, ad oggi, i numeri per sederci al tavolo, alquanto disadorno, della contrattazione, ma sicuramente abbiamo di che riempire quel tavolo.
Chissà, sarà per i prossimi anni … che il Futuro ci sia Amico …
Aversa (CE), lì 14 maggio 2024.
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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