Riforma della Giustizia
La disputa in atto non può assolutamente privarsi
del parere e contributo di OSA Polizia
Al Presidente della Repubblica
Sergio MATTARELLA
protocollo.centrale@pec.quirinale.it
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia MELONI
presidente@pec.governo.it
Al Ministro dell’Interno
Pref. Matteo PIANTEDOSI
gabinetto.ministro@pec.interno.it
Al Ministro della Giustizia
Dott. Carlo NORDIO
gabinetto.ministro@giustiziacert.it
“Un sistema accusatorio parte dal presupposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l’obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice. Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell’esecutivo”.
Giovanni Falcone, Repubblica 3 ottobre 1991
Premessa
È evidente che la “Riforma della Giustizia” non può e non dovrà essere limitata alla “Carriera dei Magistrati”! La nostra Organizzazione Sindacale vive gli spazi, le immediatezze e gli orizzonti che orbitano nel “Cosmo della Giustizia”! Molti degli elementi esaminati hanno le origini e fecondano nel corso delle attività di prevenzione ed investigative della Polizia Giudiziaria, prima di raggiungere la sommità della Sentenza!
OSA Polizia, è fortemente motivata ed incuriosita professionalmente dalle dinamiche in esposizione, le quali traggono linfa ed energia dalla filosofia giuridica e legislativa della norma!
Gli avvenimenti individuati, come il recentissimo caso di “Osama Almasry Njeem “, hanno inconfutabilmente evidenziato le reiterate incompletezze ed oseremmo dire, carenze, della Magistratura ed ancor di più, della Politica Italiana. Sono elementi di non trascurabile importanza, che obbligano a tal punto la propensione del pensiero, da promuovere sulla materia, studi ed osservazioni approfonditi, dal momento che le predette Istituzioni appaiono esclusivamente ed erroneamente deputate, alla disquisizione ed analisi della materia! Ovvero quali attori unici del manifesto della Riforma della Giustizia.
Per tutto espresso, Noi crediamo, che alcuno può misconoscere il ruolo sociale e giuridico del Sindacato e della medesima Polizia di Stato, Istituzione da sempre preposta alla tutela del Cittadino (destinatario) e quale organismo ulteriormente preposto al dinamismo dell’azione giuridica alla Magistratura.
La Riforma delle Carriere dei Magistrati, rappresenta un momento sociale, istituzionale e legislativo, che ovviamente non può contestare il parere, il ruolo e le opinioni dei Magistrati medesimi! Tuttavia abbiamo ben impresso nell’intelletto, come iscritto nel paragrafo precedente, i rinnovati ed annosi striscianti dibattiti, immancabilmente confluiti in umilianti e sistemiche ostilità Istituzionali, le quali hanno restituito al mittente una qualsiasi proposta, progetto o riflessione! Posizioni vigorose, che, alla nostra convinzione, dovevano e debbono essere rimosse nell’immediato, tenendo nella giusta considerazione che il Pubblico Ministero è un Magistrato rappresentante del Potere Giudiziario sancito dal Diritto Fondamentale Costituzionale, che assolutamente non prevede una qualsiasi dipendenza dal Potere Esecutivo!
È evidente, all’eguale tempo, che alcuno può negare, che la cosiddetta Separazione delle Carriere è divenuta una impellente necessità Giudico-Legislativa e Sociale, ove gli elementi costitutivi non possono e debbano essere, esclusiva, come abbiamo ribadito, della Magistratura e della Politica!
Il Giudice esercita l’attività giudicante e cioè ha il potere decisionale nell’applicazione della Legge; mentre il Pubblico Ministero esercita la funzione Requirente e (grazie al D.P.R. n. 447 del 22 settembre 1988, cosiddetta Legge Vassalli-Pisapia), svolge e dirige le indagini, nonché esprime le richieste ed i pareri per Organi Giudicanti! Il tutto si interpone nel ruolo di “mediazione” del GIP (Giudice per le Indagini Preliminari), conteso fra il Pubblico Ministero ed il Giudice medesimo, funzione che non raramente, crea intrecci e collegamenti a dir poco inquietanti! TUTTO QUESTO PUO’ GARANTIRE LA TRASPARENTE IMPARZIALITA’ DEL MAGISTRATO? Sembrerebbe proprio di No! Sono due percorsi giuridici che divergono: quella del Giudice è l’apoteosi della norma; quella del Pubblico Ministero è la proposta!
In altri declivi della Dottrina, troviamo l’arcinota modifica del Codice di Procedura Penale del 1988, (erudita e protagonista di tale discrasia), che, non solo non ha risolto il problema della Giustizia, ma ha scavato una profonda e preoccupante voragine di immobilismo operativo e procedurale, che non ha eguali nella storia della cultura giuridica, e, non poteva essere altrimenti per una norma che si ispira ad un sistema giuridico anglosassone, lontano culturalmente anni luce da quello Italico! E questo, uno Stato che si definisce di Diritto, non può, e non deve consentire che prosegua ed avvenga oltre. Anche se siffatta decomposizione è sostenuta fortemente da poteri che forse ne ignorano finanche il prezzo da pagare, dovuto dagli esiti nefasti Giuridici – Istituzionali e Sociali!
Tali incompletezze e carenze, inficiano significativamente le dinamiche investigative, ove emergono con grande energia, le abnormi difficoltà imposte dalla ottusa umiliazione che la Polizia Giudiziaria, (da sempre preposta, preparata, preferita ed avvezza alla direzione delle attività investigative), è destinata e rassegnata a subire, dopo l’avvento della “imitata” Legge cosiddetta Vassalli-Pisapia! Citiamo, uno status di emarginazione, delimitazione stabilizzata, ammutolita ed allo stesso tempo, attonita, innanzi alle ottuse dipendenze funzionali del Magistrato, il quale è significativamente parte del Potere Giudiziario, mentre la Polizia Giudiziaria a quello Esecutivo!
Ebbene, tutto questo ha provocato ed attualmente determina, un irreparabile sbilanciamento giuridico e sociale, immani disagi ai Cittadini, ivi compresi, quelli non coinvolti direttamente, dal momento che i conflitti, le interminabili discussioni e miserabili cavilli interpretativi Istituzionali, hanno oscurato e sminuito le peculiarità dello “Stato di Diritto” e fortemente disorientato, la società democratica, ove i sentimenti di filosofia giuridica impongono, innanzitutto, che:
La Giustizia Deve Essere per l’Immediato
Questo impone la Dottrina Giuridica! Pertanto, noi come OSA Polizia, proponiamo di eliminare o limitare sensibilmente le elefantiache azioni e giudizi penali, intervenendo drasticamente anche sul Codice di Procedura Penale, dal momento che, dopo 36 anni di osservazioni e riflessioni, è lapalissiano ed evidente che la “Direzione delle Indagini ed attività investigative” conferita al Procuratore della Repubblica, sono state a dir poco catastrofiche: sotto il profilo dell’efficienza e su quello dell’efficacia!
La Riqualificazione del RUOLO DELL’ISPETTORE DI POLIZIA
quale elemento Tecnico insostituibile nella direzione delle Attività Investigative, un aspetto determinante che può incidere fortemente sulla Riforma della Giustizia.
Per i meno informati, la Qualifica dell’Ispettore di Polizia, venne ideata nel corso del disegno legislativo della Legge 121/81 cosiddetta Riforma di Polizia, per dare una nuova configurazione, energia ed efficacia, alle attività investigative e di contrasto alla criminalità! Ma, ahinoi, come sempre avviene nel nostro sfortunato Paese, tale qualifica è stata umiliata, ridimenzionata e limitata da ottusi decreti clientelari e di insana ispirazione elettorale! A quell’inefficienza, già di proporzioni altamente sciagurate sul profilo etico-professionale, si è avventata brutalmente la ribadita Legge Vassalli-Pisapia, che oltretutto ha stabilito e conferito al Pubblico Ministero, la Direzione delle Indagini di Polizia Giudiziaria.
A chi creava malessere quell’Ispettore di Polizia?
Imprimere l’Applicazione giuridico-legislativa dello “SPIRITO DELLA LEGGE”
Egualmente in questa materia, siamo giunti alla conclusione che non raramente i “preposti ai lavori”, non sempre hanno coscienza delle peculiarità di questo determinante e risolutivo aspetto della Scienza del Diritto o qual dir si voglia, della Filosofia Giuridica! Il sospetto, già legittimo, è divenuto prova effettiva dello status giuridico/legislativo, sul fatto innegabile e palpabile, che il fondamento della norma giuridica, si concepisce sulla idea di regolarizzare la convivenza civile sulla esistenza ed il vivere sociale! Ovvero si debbano sempre e comunque, individuare le cause che hanno determinato e sollecitato la norma, in relazione al diritto oggettivo e soggettivo, innanzi alle inviolabili libertà democratiche dei Cittadini!
Montesquieu, a cui la nostra Magistratura ed il nostro Stato si ispira, disse che non vi è:“….libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e dall’esecutivo. Se fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario: infatti il giudice sarebbe legislatore. Se fosse unito al potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore”
Tutto ciò premesso, OSA Polizia¸ è motivatamente, professionalmente ed eticamente consapevole che, quale inizio di un lungo percorso Giuridico Legislativo, tali disquisizioni e proposte potrebbero dare un significativo contributo alla complessa ed attuale discussione in materi della Riforma della Giustizia Italiana.
Che il Futuro ci Sia Amico
Aversa (CE), lì 11 febbraio 2025
La Segreteria Nazionale
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