Al Capo della Polizia
Direttore Generale della
Pubblica Sicurezza
c.a. Pref.to Vittorio Pisani
dipps002.0000@pecps.interno.it
All’Ufficio Relazioni Sindacali Dipartimento della Pubblica Sicurezza c/o il Ministero dell’Interno
alla c.a. del Vice Pref.to
Dott.ssa Maria DE BARTOLOMEIS
dipps001.1000@pecps.interno.it
e, p.c.
Al Dirigente VIII Reparto Mobile – Firenze
c.a. Dott. Francesco TROZZI
dipps608.0000@pecps.poliziadistato.it
Egr. Entità,
in un momento storico in cui la credibilità delle Istituzioni e la trasparenza dell’Amministrazione sono valori fondamentali, ci vediamo costretti a denunciare l’ennesima deriva sindacale che umilia la funzione pubblica e viola diritti costituzionalmente garantiti.
All’ VIII Reparto Mobile di Firenze, così come in altre articolazioni della Polizia di Stato, si assiste ad un uso distorto, con fini clientelari, della funzione sindacale, con modalità tipiche del ricatto: “Se sei iscritto al mio sindacato, Hai un trattamento di favore. Altrimenti…” (“… ti complico la vita!!!” n.d.r.).
Questo è, senza mezzi termini, ciò che sta accadendo ed è inaccettabile.
L’utilizzo del potere gestionale per condizionare le scelte sindacali degli operatori non è solo immorale, ma ha tutte le potenzialità della gravissima rilevanza penale, configurando ipotesi di abuso d’ufficio, minaccia e concorrenza sleale tra le organizzazioni sindacali.
Ricordiamo a tutti che l’art. 52 del Decreto Legislativo nr.150 del 27 ottobre 2009 ha modificato l’art. 53 del Decreto Legislativo nr. 165 del 30 marzo 2001, inserendo nel testo il comma 1-bis che chiarisce quanto segue:
“Non possono essere conferiti incarichi di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestono o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni”.
La disposizione è stata approvata ai sensi dell’art. 6, comma 2, lett. M) della Legge nr. 15 del 4 marzo 2009, nell’esercizio della delega al Governo a “rivedere la disciplina delle incompatibilità per i dirigenti pubblici e rafforzare l’autonomia rispetto alle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e all’autorità politica”. (Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, circolare nr. 11/2010).
Tale divieto è assoluto, chiaro ed inequivocabile.
Ciò non di meno la violazione di questa disposizione è, ad oggi, sotto gli occhi di tutti, tollerata e spesso addirittura avallata da chi dovrebbe vigilare sulla correttezza amministrativa.
Il tutto per il meschino gioco del Do ut des, Do ut facias, Facio ut des, Facio ut facias.
OSA Polizia non intende restare in silenzio di fronte a queste violazioni gravi e sistemiche, che distruggono la fiducia tra colleghi e mettono a rischio l’integrità della nostra Istituzione.
Pertanto:
Noi di OSA Polizia non ci fermeremo. Non arretreremo di un millimetro.
Difendere i diritti non è una concessione, è un dovere.
Solo col rispetto della legge, c’è libertà. E giustizia. Semper.
Aversa (CE), lì 11 giugno 2025
La Segreteria Nazionale
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