^^^ Diritto all’Indignazione ^^^
Il Timore di un Popolo
Un popolo le cui origini si perdono nei meandri dell’andato, non raramente esprime atteggiamenti condiscendenti ed ambigua indifferenza, anche in presenza di eventi palesemente contrari ai suoi principi educativi e sociali!
Il nostro tentativo, finalizzato ad esorcizzare e quindi liberare la mente dagli ostacoli di natura culturale, esistenti ed incombenti innanzi al “Diritto all’indignazione”, probabilmente sono esperienze che potrebbero apparire disperate e stravaganti, ma nella concretezza, si concentrano nell’esposizione di un sentimento che percepiamo in presenza di ingiustizia e si manifestano di sghembo ai vari stadi di emotività soggettiva, probabilmente, un risentimento, a volte vigoroso, inflitto nei confronti di persone individuali o generalizzate, che solitamente viene espresso incredibilmente in modo discreto ed equilibrato.
Tuttavia, in presenza di eventi specifici, esistono elementi di intercambiabilità con la collera, irritazione e rancore, peraltro neanche a dirlo, riferiti particolarmente a comportamenti politici e non solo, elementi che potenzialmente potrebbero scaturire l’indignazione per una classe sociale o istituzionale, un sentimento lambito eticamente sulla neutralità che nell’andato, Erodoto ha presentato come “Di tutto necessita scorgere la fine”.
Se volgiamo lo sguardo nella società coeva, possiamo enunciare con grande serenità, che l’indignazione è quell’impulso che si immerge nella sfera delle libertà democratiche, ove la nostra meravigliosa Costituzione ne protegge non solo la parola ma anche il pensiero (libertà di pensiero e di parola).
Infatti, nelle attività di osservazione, le fenomenologie sulle dinamiche dell’evoluzione culturale collettiva, l’indignazione rappresenta un diritto inalienabile che si evolve nella propensione condizionata dall’inesorabile maturazione dei tempi, un aspetto di tale rilevanza, che potrebbe essere finalizzato e lodato quale onere sociale!
Dai primi albori della cosiddetta “pandemia” da Covid-19, dapprima ed in seguito divenuta terrificante per la reiterata gravità, espressa ed ingigantita in sede “Mediatica ed Istituzionale” una malefica operazione, talmente alterata, da ritrarre tale infezione quale patologia letale e non quale influenza stagionale più contagiosa! Infatti, abbiamo notato e constatato poi, che alcuni provvedimenti intrapresi, finalizzati ad evitare il diffondersi del contagio, erano, non solo inefficaci, ma altamente irrazionali e pretestuosi.
Ulteriormente, tali comportamenti ed elementi posti in essere, erano e sono, Socialmente e Costituzionalmente eclatanti ed allo stesso tempo pericolosissimi, in quanto aggravati da sciagurati provvedimenti che imponevano l’“obbligatorietà vaccinale”, incredibilmente riferito e presentato, non quale farmaco palesemente Sperimentale, ma quale “vaccino miracoloso”! Nel contempo tale imprudenza era in evidente contraddizione, allorquando hanno obbligato milioni di persone ad inocularsi un siero di cui, gli effetti indesiderati collaterali, hanno impressionato prima e preoccupato poi, l’intera società! Purtroppo, abbiamo soltanto iniziato a verificarne le tragiche conseguenze con le cosiddette ed indicate “” morti ed invalidità improvvise””.
Ordunque … Ricordiamo per i meno attenti e smemorati, che negli anni (2020-2023), l’indignazione “era proibita”, dal momento che colui indignato era “funestamente pericoloso” per l’incolumità pubblica! Almeno questa era l’atmosfera aliena che si respirava in quel momento! Non a caso, creata, prodotta e realizzata in particolar modo dai massimi Organi Istituzionali di turno, ove venivano pronunciati editti “”chi non si vaccina muore o fai morire”” ovvero “” Vi renderemo la vita difficile “”!
Tali comportamenti ed atteggiamenti, oltre che irrazionali ed insensati, erano epifrasi incoscienti ed irresponsabili di una gravità inaudita, dal momento che il “Sig. Draghi et Company”, sapevano con certezza che quel farmaco era drammaticamente sperimentale e quindi presumibilmente e potenzialmente pericoloso!
Nondimeno, è nostro desiderio e senso civico, iscrivere, che l’indignazione è un sentimento di libera espressione, quale filosofia di vita culturale e democratica, e, diviene essenziale ed irrinunciabile, allorquando è in pericolo la sicurezza e l’incolumità pubblica, una metamorfosi giuridica che vede quale protagonista il cittadino che si impone tale sentimento e lo materializza poi, con l’inoltro agli organi inquirenti, attraverso una accusa più o meno circostanziata, o, sensibilizzare le istituzioni con manifestazioni pubbliche!
Nello accomiatarci da questo pensiero, possiamo auspicare che in futuro l’uomo Italico, abbia il “coraggio” e la convinzione di non rinunciare al “diritto di Indignarsi “…
Che il Futuro ci Sia Amico!
Aversa (CE), lì 06 Aprile 2024
Il Segretario Generale Nazionale
Antonio PORTO
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