OGGETTO: G7 Brindisi – Criticità.
Al Signor Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
c.a. Pref. Vittorio PISANI
dipps002.0000@pecps.interno.it
All’Ufficio Relazioni Sindacali Dipartimento della Pubblica Sicurezza c/o il Ministero dell’Interno
Vice Pref. D.ssa Maria DE BARTOLOMEIS
dipps001.1000@pecps.interno.it
… UN CLICK A QUESTO BRINDISI ! …E FOTO FU … AD IMPERITURA MEMORIA !
Il fotogramma che si sta realizzando in queste ore in terra messapica è quanto di più attestante l’insipienza organizzativa e gestionale dell’Amministrazione Nazionale di Pubblica Sicurezza.
In un solo click è stata immortalata l’abdicazione al rispetto della dignità del poliziotto (…e di quella di tutte le altre forze di polizia presenti all’evento).
La sconcertante prevaricazione posta in atto da tutto il sistema organizzativo (che coinvolge diversi apparati statali) ha posto in secondo piano qualsiasi preambolo di circostanza che i rapporti di cortese dialettica rivendicano. Pertanto veniamo al dunque. Subito.
Sottoporre ad un fotosegnalamento tutti coloro che sarebbero poi acceduti, al fine di alloggiarvi durante tutto il periodo dell’aggregazione, sulla nave da crociera denominata “Goddess of the Night”, è la palese dimostrazione di quanto si abbia in scherno la dignità del poliziotto.
Infatti è inconcepibile sottoporre al fotosegnalamento il volto dei colleghi, tra l’altro in divisa, al fine del rilascio della carta d’imbarco quando questa non preveda la stampigliatura del fotogramma sul minuscolo documento, bensì viene riprodotta sul cellulare del personale di bordo in servizio al portello di accesso ed uscita dalla nave. Personale questo, è fatto d’obbligo rimarcarlo, esser composto di impiegati civili dalla cittadinanza straniera.
Vieppiù che tale registrazione è avvenuta dovendo il collega fornire il suo documento d’identità privato, da dove si possono carpire altri dati sensibili, come lo è, per esempio, la residenza.
Già vi anticipiamo che delle spiegazioni in cui ci si voglia abbarbicare seguendo il rispetto di fantomatiche procedure di routine per chi si imbarca su navi da crociera, non sappiamo cosa farcene. Poiché su quella nave salgono uomini e donne delle Forze dell’Ordine in servizio d’istituto e non comuni cittadini in villeggiatura.
Così come non sappiamo cosa farcene di ipotetici – ma molto ipotetici – protocolli d’intesa posti in essere in fase contrattuale con la società di noleggio pro-tempore dell’imbarcazione, secondo cui verrebbero garantiti i diritti alla privatezza dei dati personali.
Siamo ben scafati per sapere che solo ciò che non si fa, non si sa.
Per contro, una volta immortalato il volto del collega e carpiti i suoi dati personali le praterie dell’imponderabile terreno telematico sono infinite.
E, comunque sia, se proprio si sarebbe dovuto provvedere all’emissione di un badge con tanto di foto del volto del collega stampigliata – che, è bene ribadirlo, non vi è sulla card rilasciata ma chissà in quale cloud storage sparso nell’etere informatico è ben stipata – ebbene, tale procedura avrebbe dovuto eseguirla personale dell’amministrazione di appartenenza, cosicché da garantire alcuna divulgazione di tali dati sensibili per gli sterminati lidi telematici.
Con tutta la buona fede che possiamo nutrire, ci viene difficile pensare che un privato (il gestore del noleggio pro-tempore dell’imbarcazione) possa cestinare nel vuoto cosmico, a servizio ultimato, una caterva di così tanti dati sensibili.
Inoltre questa O.S. non si capacita come si sia scelta una società appaltatrice del noleggio dell’imbarcazione che annovera nel suo personale di bordo cittadini stranieri che interloquiscono solo ed esclusivamente in lingua inglese, creando non poco imbarazzo e nocumento interazionale in tutti quei colleghi che devono rapportarsi con tal personale.
E sì che la società in questione ha sede legale in Italia. Almeno il personale alla reception sarebbe stato d’uopo esser italiano o, quantomeno, conoscitore della lingua italiana.
Perché, è vero che tal società è italiana cosicché da far venire meno la territorialità di costituzione della nave la quale batte bandiera delle Bermuda ?!?
Ciò è facilmente evincibile dalla bandiera issata sul pennone di poppa e come viene riportato dal Sistema di Identificazione Automatica – AIS.
Ovviamente non vogliamo minimamente pensare che la predetta domanda possa avere altra risposta rispetto a quella affermativa. Perché se così non fosse, l’aver fatto lavorare i colleghi calpestando un territorio straniero acclarerebbe senza alcuna ombra di dubbio di essere in presenza di gravami giuridici e retributivi dalle immani proporzioni.
Perché, in tal caso, altro che indennità di Ordine Pubblico Fuori Sede, dovremmo parlare di Diaria da Missione all’Estero.
Senza parlare delle problematiche giurisdizionali laddove si dovesse presentare una condizione penale o civile caratterizzata dalla procedibilità d’ufficio o da parte offesa.
Infine non possiamo non evidenziare come la superficialità organizzativa si sia fatta protagonista anche di un aspetto apparentemente di marginale importanza ma, per una organizzazione seria e d’esempio per la cittadinanza come lo è la nostra amministrazione, risulta essere decisamente fuori luogo. Infatti l’aver scelto una nave che già pubblicizza la sua peculiarità commerciale per l’imminente varo come essere una nave dedita ad ospitare solo clientela maggiorenne, fa pensare, anche alla mente più pigra, che qualche destinazione d’uso non esplicitamente proba la farà da padrona. Poi, quando scorri i corridoi accedenti alle camere d’alloggio e noti sulle pareti un florilegio di disegni raffiguranti donne nude ed in atteggiamenti provocatori – neanche ci trovassimo in un postribolo d’antan ! – che nulla hanno a che fare con l’arte, capisci che, terminato questo noleggio, l’armatore inizierà a trastullarsi in proposte di viaggi decisamente fuori norma e normalità.
Oltre che le condizioni economiche favorevoli, quando si decide di appaltare un servizio che coinvolge una nobile istituzione come lo è la Polizia di Stato, andrebbe valutato anche l’effetto mediatico che tale scelta comporterebbe laddove si optasse per contesti alloggiativi dalla discutibilissima proposta estetica.
Fatto il punto sulla gravità di quanto da noi acclarato, rimandiamo agli altri operatori sindacali la querelle inerente alle bagatelle alloggiative e di ristorazione che, una volta risolte, faranno passare in cavalleria la violazione dei diritti veramente pregnanti, cui noi non transigeremo neanche di un millimetro.
Mentre scriviamo è in atto uno stravolgimento alloggiativo dei colleghi alla luce delle innumerevoli manchevolezze riscontrate.
Non stiamo parlando di una decina di colleghi, bensì di centinaia che si stanno trasferendo a decine e decine di chilometri dall’area dell’evento.
Da un lato si andrà incontro alle umane richieste di dignità alloggiativa dei colleghi, dall’altro si andrà a gravare non poco sullo stress operativo poiché si andranno ad estender notevolmente i tempi per raggiungere la sede di lavoro. Portando le ore di lavoro continuative e senza sosta di ogni turno a sforare con tranquillità la dozzina.
In barba ad ogni regolamentazione normata dall’ A.N.Q. .
Inoltre si verificherà un ulteriore aggravio di contabilità delle ore extra ordinarie di lavoro che andranno a sfondare prepotentemente il budget inizialmente previsto.
Alla fine della giostra i colleghi si troveranno con un esubero di ore di straordinario che, sforando il previsto e già miserrimo basket di celere attribuzione, verranno pagate nel giorno del se, nel mese del forse e nell’anno del sarà.
A corollario di questo già edificante quadro, giungono ai colleghi esplicite raccomandazioni per quanto attiene il criterio filosofico di approccio all’attività operativa.
Indicazioni che sembrano più partorite da una linea guida politica che da tecnici e professionisti del settore, quale dovrebbe essere l’alta dirigenza della Polizia di Stato.
Ma non si ebbe a dire, dalle alte stanze dipartimentali, che giammai la politica del politicante di turno avrebbe messo il naso in tali tematiche?
Siamo solo all’inizio di questa avventura e già ci sono le avvisaglie di un default totale.
Auspichiamo solo che in cauda veenum non si debba ritornare a rinfocolare un quadro generale già troppo infiammato.
L’occasione ci è gradita per porgerVi Cordiali Saluti.
Aversa (CE), lì 11 giugno 2024
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