Responsabili e Complici hanno un immane debito con la giustizia …
Le notizie, che scorrono sempre più nel fiume in piena dell’andato, enunciano le varie configurazioni di responsabilità (oggettive e/o soggettive) e le gravissime complicità inerenti alle Morti Improvvise, alle Invalidità e alle Umiliazioni di colleghi che, notoriamente sani in corpore et anima, si trovano, loro malgrado, immolati sugli altari del sacrificio (pseudo) scientifico.
Sugli spalti si fan notare “i carnefici”, tronfi e fieri di aver svolto i loro doveri. Hanno imposto con la minaccia della Sospensione dal Servizio (senza stipendio), la somministrazione del “siero Anti- Covid-19”, che – presumibilmente insieme alle restrizioni più illogiche e anaforiche che solo delle menti obnubilate da reconditi aneliti di onniscienza potevano pensare ed attuare – hanno causato più morti del Coronavirus.
Agli stolti “giustizieri” ed ai loro “mandanti”, non concederemo alcuna circostanza attenuante, dal momento che hanno inflitto impietosamente e scientemente le ignobili Sospensioni dal Servizio dei colleghi, i quali giustamente hanno disubbidito ad un Ordine Illegittimo ed Illegale, che oltretutto ledeva e lede la dignità individuale ed infrange quasi per intero, il corposo art. 66 della Legge 121/1981(dove, nel comma 2, il rispetto della dignità personale trova la sua apoteosi tutelante) e l’art.629 del C.P. (Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000).
In questo doloroso notiziario, inizieremo ad inchiavardare, come rivelato, le dinamiche di sperimentazione del Siero “Anti-Covid-19” esercitate nei confronti degli appartenenti alla Polizia di Stato: dagli albori sino alla conseguente “Vaccinazione Obbligatoria” ed andremo ad osservare da vicino, le gesta dell’indecorosa Etica
Amministrativa e Sindacale, ormai avviata al crepuscolo della degenerazione sociale ed istituzionale.
Nell’anno del Signore 2020, e precisamente il 15 del mese di aprile, uno dei sindacati più rappresentativi della Polizia di Stato pennella al Ministro dell’Interno per rappresentare l’ipotetica ed eventuale sperimentazione di un “vaccino Anti-Covid-19” da inoculare al personale delle Forze dell’Ordine. In un patetico gioco delle parti, il successivo giorno 20 di aprile il Ministero rispondeva che NON esistevano alcune affermazioni o disposizioni in tal senso. Finanche il Ministero della Salute, interpellato nel merito, asseriva che tale sperimentazione sarebbe stata incompatibile con la Costituzione Italiana. E, così facendo, andava in porto l’attuazione della prima finestra di Overton: quella della impensabilità.
In questo clima di soporifera dialettica ministerial-sindacale si procedeva per diciotto mesi, ma in tal periodo iniziava a montare il clima torbido delle notizie statistiche giornaliere, quelle dei report tardo pomeridiani. Quello dei numeri farlocchi sempre più gonfiati.
Cosicché da poter aprire la seconda finestra di Overton: quella dell’accettabilità.
Ciò ha permesso che gran parte della platea italica iniziasse a ritenere giusto l’esser da cavia all’inoculazione del salvifico vaccino. Spalcatasi, nel giro di poche settimane, la successiva finestra, quella del sensato, non poteva non gettarsi a capo fitto la pletora sindacale poliziesca.
Ed ecco che il 6 novembre dell’anno di grazia 2021, nel programma televisivo “Porta a Porta”, interviene il Segretario Generale di un alto Sindacato rappresentativo della Polizia di Stato che, come la più performante delle prefiche, lamenta insistentemente la discriminazione, ovvero perché al Polizia di Stato non abbia ancora la “vaccinazione obbligatoria”.
Giusto il tempo materiale per rinfoltire le file delle ancelle sindacal-lamentose che si arriva al 24 novembre quando, all’unisono i Sindacati cosiddetti più “rappresentativi”, chiedono un incontro con il Capo della Polizia per dirimere – una volta per tutte… e che diamine! – questo grave impasse di lesa maestà vaccinale.
Ormai, dopo tanto battage mediatico, si è sbracati, senza più alcun ritegno di umana dignità, nella successiva finestra di Overton: quella della esigibilità social-popolare.
Mai invito a nozze fu più foriero di doni. Il seguente 26 novembre, il Governo, con il D.L.172/2021, emana le misure urgenti per la Vaccinazione Obbligatoria per il personale della Polizia di Stato e non solo. Infatti, verranno resi co-obbligati coloro che appartengono al pianeta Scuola e a quello della Sanità. (Su tale linea Maginot del siero, torneremo prossimamente su questi canali).
Ed eccoci, in un fulminar di stelle, arrivati a spalancare l’ultima e tanto agognata finestra prospettata dal sociologo Joseph P. Overton: quella della legalizzazione.
Finalmente, il 7 dicembre dell’anno domini 2021, il Capo della Polizia convoca i Sindacati!
In tale incontro si accendono tutti i lumi (… noi li definiremmo i lumini cimiteriali alla buona assennatezza umana e a quella veramente scientifica) e quel famoso comunicato del 15 aprile 2020 che, per mano e bocca del Sindacatone per eccellenza, chiedevano al sommo Ministero l’illuminazione sulla sacra via vaccinale, inizia a prender corpo.
Nella divulgazione dell’incontro, dopo un insignificante elenco delle numerose Entità presenti che neanche la promulgazione delle tavole di Mosè riuscì a raggruppare, si rivelava che il Capo della Polizia aveva illustrato le disposizioni, che in seguito sarebbero state contenute nella circolare esplicativa, ovvero come procedere con la tanto agognata Vaccinazione Obbligatoria!!!
Poi, come in ogni banchetto nuziale che si rispetti, dopo il succulento dolce vi sono i canditi ed i confetti: l’interfacciamento dei dati INPS con quelli di NoiPA così da sgamare anche il più riluttante dei colleghi. Il tutto ben condito dalla melassa:
“Il Capo della Polizia, su richiesta delle maggiori OO.SS., ha accolto la proposta che dopo la somministrazione della prima dose i tamponi sarebbero stati a carico dell’Amministrazione.”
Oramai tutte le finestre prospettate dal sociologo summenzionato erano spalancate, in quel banchetto sindacal-ministeriale si respirava finalmente la nuova aria soffocante dell’Obbligatorietà Vaccinale e non poteva mancare il bicchierino confortante dell’ammazzacaffè (… forse sarebbe meglio chiamarlo dell’ammazzacollè, visto il definitivo assoggettamento delle libertà umane ai diktat ministeriali) pertanto nell’anno di (dis)grazia 2021, ed in quel giorno del 10 dicembre, il Ministero emanava la circolare esplicativa inerente all’Obbligo Vaccinale e le norme restrittive quali la Sospensione dal Servizio a remunerazione zero per coloro che non si volevano vaccinare.
Orbene, l’analisi sin qui riportata non può non farci riflettere su come la commistione funzionale fra due soggetti, l’amministrazione e la pletora sindacale – che dovrebbero sì percorrere lo stesso sentiero ma con funzionalità ben diverse – abbia sugellato la peggior pagina del glorioso libro della Polizia di Stato. Ancor più degli orridi fattacci delle divise sporche che, ahinoi, per qualche breve istante, hanno portato il nostro camminamento in angusti sentieri bi.
In questa analisi non è importante la durata del deragliamento delle coscienze che hanno sugellato ciò, né è prioritario analizzare l’entità del deragliamento. Valutazioni che vanno sicuramente fatte ma a tempo debito. Ciò che a noi di OSA Polizia preme di più evidenziare è la genesi che ha portato a ciò, quel retroterra di insipienza umana mista a superbia gestionale, che ha scatenato quella acredine versus l’uomo in divisa, il poliziotto pensante.
È arrivato il tempo di acclarare, con pleonastica evidenza, che l’attuale modus operandi del sindacalismo poliziesco è arrivato al capolinea per deragliamento. Sia i binari che le carrozze del treno sono da riformare nella loro essenziale e basilare funzione che ricordiamo essere: il rispetto della dignità umana del poliziotto.
Funzione questa che non si estrinseca solo nell’evitare che in futuro si ripetano gli errori e gli orrori gestionali posti in essere durante la Pandemenza, ma che si attui sempre. In ogni ganglio ed anfratto della gestione del lavoro del poliziotto. A partire dalla sua selezione, passando dalla sua formazione (iniziale e continuativa), per planare nel gran prato della specifica professionalità che solo il nostro mestiere ha. Sempre. Dal primo giorno di arruolamento sino all’ultimo, quello prima della meritata quiescenza.
Noi, quando ci pronunciamo in precipue riflessioni, esibiamo elementi probanti sia per l’inchiesta in corso sia per le distonie gestionali che evidenziamo ogni dì.
Abbiamo notato che la nostra determinazione stimola quella riflessione ormai sopita (se non proprio naufragata nell’ozio più totale!) e rinvigorisce le coscienze dall’oblio in cui sono cadute in questi ultimi decenni.
OSA Polizia ha avviato il Rinascimento del Sindacato e della Polizia di Stato … è solo l’inizio di un grande percorso storico e culturale!
Che il Futuro Ci Sia Amico
Aversa (CE), lì 05 luglio 2024
La Segreteria Nazionale
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