Morti ed Invalidità, una Profezia?
La salute: la condizione fondamentale per interagire con la professionalità dell’Operatore della Polizia di Stato… ma…
Il nostro viaggio culturale di osservazione sindacale, inevitabilmente incontra e dovrà interagire e – nostro malgrado – collidere con l’Amministrazione su argomenti che da molte cadreghe dipartimentali si tenta di nascondere ed eludere, in quanto considerati “spigolosi e pungenti”, dal momento che riguardano gravi e gravissime responsabilità da parte delle più variegate Istituzioni Nazionali e da quei Sindacati che dell’ignavia hanno fatto la loro medaglia al valore (in)civile, trovando solo noi determinati a difendere la dignità, la salute e gli interessi dei Colleghi tutti !
Pertanto oramai è noto che la Salute dei Colleghi, al momento rappresenta la nostra suprema attenzione e desideriamo osservarla e documentarla con lo stile etico e professionale che ci distingue: la salute fisica e psichica quale condizione primaria affinché l’operatore sia sempre efficiente nello svolgere il suo importantissimo e delicato compito istituzionale.
È evidente che tale eccellente condizione psico-fisica, debba essere ininterrottamente posta come priorità assoluta dall’Amministrazione, la quale, ovviamente deve, o dovrebbe, affrontare con grande capacità ed alto senso dello Stato, gli aspetti culturali e deontologici dell’Operatore, affinché possa assicurare che le condizioni di vita socio-economiche, quelle di lavoro e quelle ambientali del poliziotto siano il crogiuolo di un fervido progresso personale e familiare.
Tale propensione affiora dalla profondità dello spirito umano, quale logica conseguenza dell’applicazione delle capacità individuali e di gruppo volte alla funzionalità della professione da offrire al cittadino comune, cioè a colui che è il vero Committente della Sicurezza e dell’Ordine Pubblico!
È vissuta memoria che l’allora ipotetico appellativo ”Polizia di Stato” (che andava a sostituire quello alquanto arroccato e limitativo del Corpo delle Guardie di P.S.), è stato pensato e concepito nello stato embrionale del primitivo disegno di legge – la cosiddetta Riforma di Polizia, poi tramutatosi nella Legge 121/81 – col fine di espandere quel sentimento che avrebbe esaltato la ragion d’essere di un servitore dello Stato ed iscrivere – come noi stiamo riproponendo ora – i nostri pensieri e le nostre declinazioni al fine ultimo di dare la giusta configurazione ad un corpo di uomini e donne che possa, sublimandosi, essere una élite nel nostro splendido Paese!
Orbene, il corso della nostra storia ha dovuto – ahinoi! – registrare un lento e costante declivio da quella che era l’ossatura basilare per una corretta ed efficace organizzazione della nostra “società poliziesca”. Sbandamento che – sia chiaro – è figlio di un più esteso ed omnicomprensivo deragliamento di tutta la nostra società.
Deragliamento che abbiamo potuto constatare in in cauda venenum nel periodo della Pandemenza dove tutti, tranne poche ed isolate entità umane – alcune poi raggruppatesi in OSA Italia, dapprima, e in OSA Polizia, dappresso – si sono sbizzarriti, sia nelle istituzioni che nella società tutta, nei più retrivi – in taluni casi potremmo certamente definirli tribali – atteggiamenti.
In questo conturbato alveo istituzionale le motivazioni delle distrazioni e delle omissioni sulla salute dei colleghi avvenute in questi ultimi decenni, probabilmente, sono da ricercarsi in una affannosa ed obnubilante corsa al soddisfacimento di immaginifici target produttivi, neanche fossimo dei polli d’allevamento.
La summa dell’illogicità (ancor prima della loro anti-scientificità) dei provvedimenti presi durante la Pandemenza si è raggiunta con l’introduzione dell’obbligatorietà vaccinale. L’assordante silenzio dei sindacati rappresentativi ha suggellato, senza più alcuna possibilità redimente, tale follia istituzionale.
È alquanto evidente, che, all’insorgere degli inevitabili effetti indesiderati dovuti dall’aver testato un farmaco come cavie umane – come se manco i poliziotti fossero l’ultimo ratto di laboratorio disponibile – sta creando il prevedibile imbarazzo ed impaccio all’affascinante Dicastero dell’Interno. Difficoltà, talmente percepibili, da ammutolire le stanze del Viminale, che adotta la strategia protocollata del tombale silenzio, nella disperata illusione che il prolungamento di questo assordante silenzio possa narcotizzare l’ambiente della Polizia. Per sempre.
Ma così non sarà. Perché le gravi invalidità permanenti, le improvvise battaglie contro la morte che sempre più colleghi stanno patendo, il dolore lacerante dei cari dei colleghi improvvisamente deceduti sono lì, a far sempre più rumore.
La rabbia degli ingannati sarà devastante.
Nessun muro di gomma o assordante silenzio la potrà fronteggiare.
È pleonastico ricordare che tale situazione ha ingenerato uno status di agitazione e tensione negli Operatori che noi abbiamo percepito per primi e continuiamo ad esser ancora tali stante il volteggiar di spalle dei nostri omologhi sindacati. La nostra protesta non si limiterà a degli scritti da lasciare tra le mani degli addetti ai lavori ma ci vedrà protagonisti delle varie forme di mobilitazione, finalizzate a tutelare i diritti, la salute e la dignità degli Operatori della Polizia di Stato.
Oltretutto, siamo convinti che siffatto assordante silenzio, provocherà una ottusa perdita di tempo, dal momento che noi riusciremo a vincere questa battaglia di tutela (anche perché non ci è consentito perdere), finalizzata ad indurre i Vertici del Dicastero al risarcimento dei danni materiali e morali, sia per i colleghi vaccinati, sia per quelli non vaccinati, dal momento che abbiamo la tenacia, la coerenza e la costanza di far rispettare le norme e la dignità dei lavoratori della Polizia di Stato.
Ora, nell’area sindacale della Polizia di Stato, soffia un vento nuovo. Si iniziano a percepire le prime folate di moralità, di etica sindacale e professionale. Un vento che inizia ad accarezzare la pelle degli Operatori della Polizia di Stato per farli sentire grandi, per far degustare loro gli effluvi di vera libertà, per vezzeggiare i loro sacrosanti diritti, per fargli vivere una esistenza ove la dignità sarà sempre e comunque al loro fianco!
Noi offriamo sincera ospitalità e rinnoviamo l’invito ai colleghi degli altri Sindacati di Polizia, ad unirsi alla nostra lotta per salvaguardare la Salute dei Colleghi tutti (vaccinati e non vaccinati).
Che il Futuro Ci Sia Amico
Aversa (CE), lì 30 maggio 2024
LA SEGRETRIA NAZIONALE
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