LETTERA APERTA SULLA VERTENZA INERENTE…..
Le Morti, le Disabilità e le Patologie “Improvvise”
Al Ministro dell’Interno
Pref. Matteo PIANTEDOSI
gabinetto.ministro@pec.interno.it
Al Sig. Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
c.a. Pref. Vittorio Pisani
dipps002.0000@pecps.interno.it
All’Ufficio Relazioni Sindacali
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
c/o il Ministero dell’Interno
alla c.a. del Vice Pref. to Dott. ssa Maria DE
BARTOLOMEIS
dipps001.1000@pecps.interno.it
Agli Organi di Stampa
In memoria del giorno 9 del mese di febbraio nell’anno di grazia 2024, ove abbiamo espresso a codesto Dicastero momenti di sempre più fondante preoccupazione che oramai incombono fra gli appartenenti della Polizia di Stato e che hanno lasciato il posto alle emotività di primo acchito, il capitolo delle Morti, delle Disabilità e delle Patologie “Improvvise” è rimasto per quasi 100 giorni ad aleggiare sopra i cieli di Roma senza che nessuno si scorgesse dalla finestra per capire a cosa fosse dovuto questo scurir d’orizzonte.
Ebbene, appare evidente che il tempo non risolve le affini preoccupazioni ed inquietudini illustrate, dal momento che gli Operatori della Polizia di Stato misconoscono finanche le attività, le misure e gli adempimenti che codesto Dicastero dovrebbe adempiere per la salute dei Colleghi, in particolare per coloro che vennero sottoposti alla vaccinazione forzata.
È lapalissiano, il pensiero, che per definire eventuali misure o adempimenti, questi esigono di uno studio e di una osservazione che si realizzano con personale altamente qualificato e preparato, e su questo crediamo che codeste Entità non abbiano impedimenti per conseguire tali conoscenze. Basta volerlo.
Tuttavia, malgrado siano già trascorsi dieci decadi, dalle nostre richieste sulle misure intraprese, purtroppo dobbiamo constatare l’assordante silenzio, ovvero quel silenzio che immerge e soffoca qualsiasi nascente dubbio figlio dell’aggravarsi della salute dei Poliziotti vaccinati che, anziché partorire una logica e conseguenziale agitazione (di tutto il corpo) sindacale, vede solo noi ad urlare nel sonno!
Non sarà certo la nostra qualifica di “non rappresentativi” – affibbiataci in modo spregiante ed arrogante – a farci desistere. Sebbene si verrà liquidati con il misero refrain “non siamo obbligati a rispondere” – un appellativo in dissuetudine finanche nei regimi che definiscono “sudditi” gli esseri umani – il nostro grido d’allarme non troverà alcuna sosta anzi travalicherà il recinto istituzionale per andare a scuotere le coscienze degli afflitti e degli ingannati.
Oltretutto, questo assordante silenzio, per la nostra Organizzazione OSA Polizia, è motivo di orgoglio poiché palesa che non è più il tempo delle tergiversazioni e bisogna scendere in campo. Alea iacta est !!!
Gli aspetti della salute ed incolumità dei Poliziotti definiti, non raramente, prioritari agli interessi economici ed ai profili carrieristici delle Donne e degli Uomini della Polizia di Stato, non possono solo essere osservati e studiati sine die, ma devono essere oggetto di fattuali accorgimenti, tempestive diagnosi, celeri azioni atte alla risoluzione delle problematiche di salute acclarate.
l ritiro del “vaccino” AstraZeneca sul mercato da parte della medesima Industria Farmaceutica – verosimilmente a causa delle gravissime patologie collaterali o qual dir si voglia “effetti indesiderati”, quali, ad esempio, la “trombosi” – ha ingenerato ed aggravato ancor più la situazione di grande apprensione ed angoscia fra i colleghi vaccinati. Gli stessi, di fatto, risultano abbandonati al loro destino, malgrado siano stati obbligati a sottoporsi alla inoculazione – ribadiamo, di un “farmaco-vaccino” non adeguatamente sperimentato – ovvero sono stati usati come vere e proprie “cavie umane”, senza peraltro essere avvisati compiutamente in quale cul-de-sac si stavano immettendo.
È di pletora memoria, che nell’anno 2020 e precisamente il giorno 20 aprile, su esplicita domanda, codesto Ministero iscrisse, in sintonia con la Direzione Centrale di Sanità, che la eventuale somministrazione del vaccino sperimentale nei confronti del personale della Polizia di Stato era del tutto incompatibile con i diritti tutelati dalla Costituzione Italiana … Posizione giuridica ribaltata dopo alcuni mesi con l’obbligo vaccinale per le Donne e gli Uomini della Polizia di Stato!
Pertanto appare nostro imprescindibile dovere, come Sindacato OSA Polizia, chiedere formalmente al Ministro e Capo della Polizia, dopo dieci decadi di attesa, quali provvedimenti o iniziative sono state adottate per prevenire, laddove possibile, le Morti, le Invalidità e le Patologie “Improvvise” (… che ormai di improvviso non hanno più nulla!) del personale vaccinato.
Inoltre, sia chiaro, che saremo determinati ad andare sino in fondo, in quanto riteniamo che alcuno può distrarsi o peggio umiliare i Colleghi calpestandone la loro dignità di esseri umani. Saremo arcigni controllori di qualsivoglia azione preventiva, cautelativa e/o dispositiva vorrà porre in essere Codesto dicastero per gli Operatori della Polizia di Stato. I quali già si trovano provati dallo stress da “vaccino imposto” e rischiano fortemente di trovarsi innanzi a demansionamenti, riallocazioni in altro status giuridico o finanche alle forzate interruzioni del rapporto di lavoro.
Noi chiediamo, in questo grave momento storico, ai Colleghi dei Sindacati di Polizia di volersi unire alle nostre istanze, in particolare quelle inerenti la Salute degli Appartenenti alla Polizia di Stato, dal momento che, abbiamo la fondata sensazione che sono in atto manovre finalizzate a narcotizzare o far apparire una situazione di “subdola normalità”, mentre “sotto le ceneri” si nascondono gravi insidie che potrebbero deflagrare in ogni istante, da noi certamente scongiuriate, ma purtroppo pensiamo che siamo solamente agli inizi di una catastrofe, senza precedenti nella storia dell’umanità e della Polizia di Stato!
Per tutto ciò, chiediamo con fermezza e determinazione al Ministro dell’Interno ed al Capo della Polizia, di voler adottare tutte quelle misure di prevenzione e controllo, in particolare nei confronti di Colleghi Vaccinati, onde evitare l’insorgere di patologie provocate dagli effetti collaterali dei cosiddetti “vaccini”.
Nell’immediato reclamiamo l’introduzione di un protocollo sanitario finalizzato a tutelare la salute del collega obtorto collo vaccinatosi, linee guida chiare ed esaustive inerenti all’aspetto funzionale ed economico di coloro i quali, trovandosi innanzi ad una infermità riconducibile alla forzata vaccinazione, possano mantenere elevato il loro livello di dignità umana.
In attesa di urgenti provvedimenti… auspichiamo che il Futuro ci Sia Amico!
Aversa (CE), lì 17 maggio 2024
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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