Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia MELONI
presidente@pec.governo.it
Al Ministro dell’Interno
alla c.a. Pref.to Matteo PIANTEDOSI
gabinetto.ministro@pec.interno.it
Al Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
c.a. Pref.to Vittorio Pisani
dipps002.0000@pecps.interno.it
All’ Ufficio Relazioni Sindacali Dipartimento della Pubblica Sicurezza c/o il Ministero dell’Interno
alla c.a. del Vice Pref.to Dott.ssa Maria DE BARTOLOMEIS
dipps001.1000@pecps.interno.it
Egregie Personalità,
Abbiamo letto, con adeguata cautela, alcuni articoli inerenti la “cornice” del disegno di legge per La Tutela e la Sicurezza dell’Operatore della Polizia di Stato, e abbiamo atteso con cautela lo spegnimento dell’enfasi di alcune sigle sindacali – quelle c.d. “maggiormente rappresentative” – che si sono fatte portatrici di vittorie personali, e, sebbene ne condividiamo alcuni aspetti – in particolare quelli finalizzati ad agevolare le attività del servizio di Ordine Pubblico- non abbiamo, invece, evinto come si intenda tutelare i Poliziotti, oggetto e vittime di aggressioni – che ogni dì sono sempre più violente ed incessanti – riscontrate nell’espletamento delle attività di prevenzione e di repressione dei reati. D’altronde, le pagine di cronaca giornaliera, iscrivono una recrudescenza della criminalità, che riportano alla gravità dei fatti di terrorismo di andata memoria.
Le incontrollate immigrazioni – con il loro coacervo di usi e consuetudini in netto contrasto con il nostro millenario stratificarsi di culture forgianti – l’uso sempre più smodato di sostanze stupefacenti e di quant’altro tenda ad obnubilare le coscienze e le menti delle persone cosicché da renderle perennemente dipendenti e prive di ogni libertà di valutazione e scelta, ebbene, tal humus sociale ha permesso il riacutizzarsi della macro e della micro criminalità, nonché di sfondare nelle praterie del terrorismo di matrice autoctona ed in quelle di fondazione internazionale (spesso e volentieri intrecciate tra di loro).
È evidente che tale instabilità sociale della collettività, ingenera conflitti profondi, ove le Forze di Polizia si trovano ad affrontare un decadimento morale che inevitabilmente sfocia in violenze gravi e, non raramente, gravissime. Uno scenario che implica un intervento legislativo tempestivo che tuteli gli Operatori delle FF.PP. ed intervenga in quel contesto sociale regredito che ne è il terreno prolifico. Intervento legislativo di ampio raggio che deve coinvolgere tutti i soggetti interessati.
Infatti non dimentichiamoci mai che si sfocia nel Codice Penale quando gli altri codici fanno cilecca in merito alla tempestività d’intervento, alla precisione della determinazione e alla certezza della definizione delle cause.
La Famiglia, fulcro primordiale e alveo di nascita, crescita e maturazione di ogni singolo essere umano ha in seno il grande onere ed onore della riuscita di una coesa e solidale società avendo ella la pregnante responsabilità del culpa in vigilando, ciò non di meno deve essere sostenuta e valorizzata da opportuni quadri normativi. Di chiara e facile interpretazione, giammai di fuorviante e fluida definizione.
Parallelamente alla famiglia vi è la Scuola che può e deve svolgere un ruolo fondamentale nell’impregnare di cultura della legalità e rispetto del prossimo le menti dei suoi giovani ed in ciò è di essenziale importanza, a nostro avviso, la sinergia formativa e conoscitiva che solo le Forze di Polizia possono fornire.
Fatti questi doverosi preamboli, noi di OSA Polizia avremmo alcuni suggerimenti da proporre, per fronteggiare ed interrompere la tendenza, sempre più vivida in una società destrutturata, alle aggressioni nei confronti degli uomini e delle donne delle Forze di Polizia. Suggerimenti mirati a:
Ordunque… la professione dell’Operatore delle FF.OO. è una delle più complesse esistenti fra le attività umane. La profondità e la enorme difficoltà della professione è dovuta dal fatto che, mentre i Magistrati e gli Avvocati hanno tempi di azione quantificabili in ore, giorni, mesi od anni, per l’Operatore di Polizia, spesso e volentieri, il tempo è incombente, in alcuni attimi egli deve interagire ed intervenire compiutamente ad episodi o fatti che concedono pochissimi istanti per l’intervento. È del tutto evidente che tali attività richiedono una preparazione elevata che si addiviene con la preparazione di base, il continuo addestramento ed aggiornamento ma, elemento principale, si deve rispolverare quell’elemento non statualizzato in nessun libro o simposio di dotti ed affini che è la semeiotica del poliziotto. Quell’analizzare con mano le problematiche operative che si prestano innanzi, cercare di risolverle nel miglior modo possibile e trasmetterne l’esperienza operativa a chi verrà dopo.
Basta con “i libri bianchi su cui scrivere sopra” !!
Se queste riflessioni e considerazioni sono concrete, e noi crediamo che lo siano, la tutela dell’Operatore di Polizia deve essere adeguata alla sua attività, sia sotto l’aspetto giuridico- professionale, che quello economico, elementi che non vengono assolutamente riconosciuti nelle ipotesi in riferimento!
Ciò premesso, noi chiediamo con grande convinzione, che all’interno della “cornice del disegno di legge” all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, debbano essere necessariamente dipinti i punti illustrati nei paragrafi anzidetti, se vogliamo effettivamente tutelare le donne e gli uomini delle Forze di Polizia!
Che il Futuro Ci Sia Amico
Aversa (CE), lì 22 luglio 2024
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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