È questo il valore che lo Stato attribuisce oggi al sacrificio quotidiano delle donne e degli uomini in divisa. Con l’ultimo aggiornamento del Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali (FESI), la tanto annunciata “indennità di valorizzazione” si traduce in un aumento giornaliero di 2 centesimi di euro. Una vergogna istituzionale, uno schiaffo inaccettabile a chi, ogni giorno, mette a rischio la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini.
Questo ridicolo adeguamento viene presentato come risposta all’aumento del costo della vita. Ma quale costo della vita può essere affrontato con 2 centesimi? Forse nemmeno un gettone per il carrello del supermercato.
Nel frattempo, lo stesso sistema che ci chiede di accontentarci di spiccioli riattiva i vitalizi a ex parlamentari, persino a quelli condannati per gravi reati. Un paradosso morale e politico che grida giustizia: chi ha tradito il Paese viene premiato, chi lo serve viene umiliato.
Siamo di fronte a uno Stato che ha smarrito il senso della dignità del lavoro, soprattutto quello di chi veste una divisa. I poliziotti italiani non sono carne da stipendio minimo, non sono numeri da statistica. Sono madri, padri, figli, cittadini. E meritano rispetto, non elemosine travestite da bonus.
Ribadiamo con forza che la sicurezza non si compra con 2 centesimi. La sicurezza si garantisce con investimenti veri, con contratti dignitosi, con tutele reali, con una politica che metta al centro il valore umano e professionale delle Forze dell’Ordine.
Se davvero lo Stato vuole rispondere all’emergenza del caro vita, lo faccia con coerenza e coraggio, non con mance elettorali. Finché non ci sarà una svolta seria, continueremo a denunciare pubblicamente questo teatrino.
Perché non accetteremo mai che la nostra dignità valga assai meno di un caffè.
Il rispetto non si misura in centesimi. Si conquista con la giustizia
Aversa (CE), lì 29 maggio 2025
La Segreteria Nazionale
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