Al Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
c.a. Pref.to Vittorio Pisani
dipps002.0000@pecps.interno.it
Al Direttore
della Direzione Centrale per gli Affari Generali
e le Politiche del Personale
Pref.to Armando FORGIONE
dipps035.0000@pecps.interno.it
All’Ufficio Relazioni Sindacali
del Dipartimento della Pubblica Sicurezza
c/o il Ministero dell’Interno
alla c.a. del Vice Pref.to
Dott.ssa Maria DE BARTOLOMEIS
dipps001.1000@pecps.interno.it
Spett.li Autorità,
questa Organizzazione Sindacale Autonoma, nell’esercizio della propria funzione di tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori della Polizia di Stato, denuncia con fermezza la gravissima ingiustizia subita da centinaia di colleghi e colleghe sospesi dal servizio, nonché privati del diritto al lavoro e alla retribuzione, unicamente per aver esercitato una libera e consapevole scelta in materia di propria tutela sanitaria.
È ormai ampiamente acclarato che i farmaci sperimentali immessi sul mercato con autorizzazione condizionata non rispondevano alla finalità prevista dalla legge – ovvero la prevenzione dall’infezione da virus SARS-CoV-2 – ma erano strumenti di protezione parziale, la cui efficacia e sicurezza sono state fin da subito messe in dubbio dagli stessi verbali del CTS (all. 1, 2 e 3), nei quali si segnalavano seri rischi per la salute.
Pertanto, chi ha scelto di non sottoporsi all’inoculazione lo ha fatto per tutelare la propria salute, in totale assenza di una reale protezione garantita dalle istituzioni, le quali invece avrebbero dovuto vigilare e impedire l’imposizione di misure prive di fondamento scientifico.
È altresì emerso che le cosiddette “misure di protezione” allora imposte (mascherine, termo-scanner, distanziamento sociale sul posto di lavoro et similia) non avevano alcuna utilità ai fini della prevenzione del contagio, confermando la totale inconsistenza delle restrizioni adottate.
Si ricorda inoltre che lo stesso Ufficio Relazioni Sindacali del Ministero dell’Interno, con nota nr.555/RS/01/97/0499 del 20 aprile 2020, avente per oggetto “Sperimentazioni vaccino coronavirus Forze di Polizia”, rispondeva ad un quesito posto dall’organizzazione sindacale SAP (all. 4) affermando che “tale ipotesi fosse del tutto incompatibile con i diritti tutelati dalla Costituzione” (all. 5).
A ciò si aggiunge il documento ufficiale nr. 1-00388 del Sindacato Ispettivo del Senato della Repubblica pubblicato il 16 giugno 2021 nella seduta n° 337 che ha confermato come i cosiddetti “vaccini” anti COVID-19 fossero da considerarsi sperimentali, (all. 6) in quanto autorizzati con procedura straordinaria e condizionata, senza aver concluso i normali iter di verifica scientifica e di sicurezza. Tale circostanza rende ancor più grave e ingiustificata l’imposizione di obblighi e sospensioni.
Vieppiù, in data 17.02.2022, il medesimo Ufficio Relazioni Sindacali, con nota prot. 0000778 (all. 7), comunicava all’O.S. COSAP i dati richiesti e relativi alla situazione Coronavirus nella Polizia di Stato: i contagi dall’inizio della pandemia al 9 febbraio 2022 risultavano essere 25.820, di cui 12.688 solo nel periodo 15 dicembre 2021 – 9 febbraio 2022, pari a circa il 51% del totale, quando negli Uffici di Polizia era presente esclusivamente personale già vaccinato con almeno 3 (tre) dosi del c.d. “vaccino” ricevuto su base volontaria.
Questi numeri costituiscono una chiara conferma che il farmaco imposto per legge non possedeva la funzionalità di prevenzione dall’infezione del virus SARS-CoV-2.
Alla luce degli acclarati riscontri è dunque ancor più evidente l’illegittimità delle sospensioni comminate successivamente ai colleghi inadempienti a tale imposizione.
Tale circostanza rende ancor più grave e ingiustificata l’imposizione di obblighi e sospensioni.
Alla luce di quanto sopra, come Organizzazione Sindacale chiediamo con forza e senza ulteriori indugi:
1) L’immediato annullamento in autotutela di tutte le sospensioni dal diritto a svolgere l’attività lavorativa comminate ai poliziotti che non hanno aderito alla vaccinazione anti COVID-19;
2) Il ripristino integrale dell’anzianità di servizio sottratta in maniera illegittima;
3) La restituzione immediata e totale degli stipendi non corrisposti, con relativo riconoscimento di ogni diritto economico e previdenziale connesso.
4) La rivalutazione carrieristica di coloro che, in virtù della patita sospensione dal servizio per gli effetti dell’inottemperanza all’obbligo vaccinale, si son visti privati della facoltà di accedere alle dinamiche concorsuali in atto durante il periodo delle suindicate restrizioni.
Il protrarsi di tale ingiustizia rappresenta una ferita gravissima ai principi costituzionali, al diritto al lavoro e alla dignità di chi, ogni giorno, indossa la divisa per garantire la pubblica sicurezza ai cittadini.
Non accetteremo ulteriori silenzi né rinvii.
Pretendiamo giustizia per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici della Polizia di Stato colpiti da provvedimenti discriminatori e privi di legittimità.
Con il presente atto, la nostra Organizzazione diffida formalmente l’Amministrazione dal perseverare nella conclamata inerzia gestionale e invita ad adottare, entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente istanza, i provvedimenti richiesti di annullamento in autotutela, con conseguente reintegro dei diritti economici, previdenziali e di carriera.
In caso contrario, questa O.S. si riserva di adire tutte le vie legali e giudiziarie competenti, in sede civile, penale e amministrativa, nonché di attivare la procedura prevista dall’art. 28 della Legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) per condotta antisindacale, al fine di tutelare i lavoratori ingiustamente colpiti e accertare le responsabilità individuali e istituzionali.
Aversa (CE), lì 25 agosto 2025
La Segreteria Nazionale
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