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Centro Addestramento Alpino Moena – Problematiche Gestionali e Operative

26 Settembre 2023

– Problematiche gestionali e operative –

Al Sig. Capo della Polizia
Direttore Generale della
Pubblica Sicurezza
dipps002.0000@pecps.interno.it

Al Signor Direttore Direzione Centrale
per gli Affari Generali e le Politiche
del Personale
dipps035.0000@pecps.interno.it

Al Signor Direttore Ispettorato
delle Scuole della Polizia di Stato
dipps036.0000@pecps.interno.it

All’Ufficio Relazioni Sindacali
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
c/o il Ministero dell’Interno
dipps001.1000@pecps.interno.it

Ill.me Autorità,
sono giunte, a questa O.S., numerose ed incessanti segnalazioni su quanto sta accadendo all’interno del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato di Moena (Trento). Sembrerebbe, infatti, che da tempo sia attiva una “sezione lavorativa” denominata “Sezione Lavori Manutenzione Impianti”, ma comunemente nota a tutti come “minuto mantenimento” che, se effettivamente esistente e operante, rappresenterebbe una stortura lavorativa più unica che rara nel panorama dell’intera Polizia di Stato.

Se così fosse ritorneremmo indietro di oltre quarant’anni, ovvero all’epoca del Corpo delle Guardie di P.S. e di un militarismo che non rimpiangiamo, fatto di figure come l’”attendente”, il “famiglio”, il “cuoco” e tante altre figure che svolgevano mansioni esecutive che nulla avevano a che fare con quelle per cui si erano arruolati ovvero al mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica.

Per fortuna la Legge121/81 ha voluto definitivamente cancellare, sancendo il sacrosanto divieto di impiego del personale in compiti non attinenti al servizio. La “Sezione Lavori Manutenzione Impianti” ci riferiscono che sarebbe composta addirittura da tre operatori della Polizia di Stato (un Sovrintendente e due Assistenti Capo) che al mattino, La Segreteria Nazionale sito: www.osapolizia.it email: osapolizia@gmail.com pec: osapolizia@legalmail.it anzichè indossare la divisa, vestono un’improbabile tuta da meccanico e, armatisi di cacciavite, pinza e trapani elettrici(anziché dell’armamento individuale!!!), svolgono quotidianamente lavori di varia manutenzione, grandi e piccole, nella caserma. Mansioni tutte che notoriamente non possono essere svolte da un appartenente alla Polizia di Stato e nulla hanno a che vedere con il mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica.

Servizio anomalo ed atipico che sembrerebbe venga svolto noncuranti di qualsiasi normativa in materia di sicurezza sul lavoro (81/08) e senza timore delle gravissime responsabilità, anche penali, che possono scaturire dalla loro attività, in quanto allegramente metterebbero le mani sull’impianto elettrico agli interventi di muratura e pittura, dalla riparazione di tubi e condotte idriche, alla gestione dell’enorme caldaia dell’impianto di riscaldamento, arrivando perfino al taglio di alberi ad alto fusto e alla riparazione e verniciatura del tetto della caserma.


Sembra che, almeno per quanto si vocifera in modo non ancora provato, che il Direttore del Centro, per riparazioni di elettrodomestici e quant’altro afferenti la sua sfera privata, vengano fatti svolgere al personale di cui sopra. Naturalmente codesta ultima attività degli operatori della Polizia di Stato, merita un accurato approfondimento anche per vagliare l’esistenza di una possibile violazione di legge di tipo penale.


Comunque, i volenterosi “poliziotti tuttofare” apparterrebbero ormai a quella così ridotta schiera di personale ordinario ancora sopravvissuto alla costante e irreversibile grande fuga dalla “realtà parallela” che in questi ultimi anni è purtroppo diventata la scuola alpina di Moena.


Come sindacato neppure ci meravigliamo più che il Direttore della Scuola di Moena lamenti costantemente la grave carenza di personale quando, poi nei fatti, può permettersi di impiegare ben tre poliziotti (tra cui un Ufficiale di Polizia Giudiziaria) a fare gli “operai. Del resto “io so io e voi non siete un c……”, diceva il marchese del Grillo. Al contrario sembrerebbe esistano sfortunati poliziotti del Centro di Moena, relegati in stanzini di pochi metri quadri, oppure dentro box modulari privi di luce naturale e di adeguato arieggiamento, mentre gli addetti al “minuto” i “tuttofare” fruiscono di un accogliente laboratorio con tanto di bagno ad uso esclusivo e hanno libero accesso ad officine dove sono soliti armeggiare, a beneficio non si sa bene di chi e per i fini e le utilità più varie, non solo con elettroutensili, ma anche con macchinari industriali il cui uso, per la loro pericolosità intrinseca, dovrebbe essere riservato esclusivamente a personale qualificato e specializzato. Sembrerebbe che anziché maneggiare l’arma in dotazione, armeggino trapani a colonna, torni, frese, saldatrici a gas e perfino una sega circolare combinata per la lavorazione industriale del legno. Quali “esperti ingegneri idraulici “sembrerebbe sforacchiano qua e là a loro piacimento il pavimento del poligono di tiro della Scuola per far defluire l’acqua che regolarmente lo allaga, senza calcolare evidentemente il rischio idrogeologico che possono cagionare non canalizzando adeguatamente (e come la normativa impone!!!) la notevole quantità di acqua che si accumula infiltrandosi nel terreno sottostante, finendo inesorabilmente per fare danni chissà dove e a chi. La Segreteria Nazionale sito: www.osapolizia.it email: osapolizia@gmail.com pec: osapolizia@legalmail.it
Poi, ancora, sembrerebbe che come esperti lattonieri si avventurino fin sopra il tetto della caserma per riparare o sostituire le lamiere metalliche che lo ricoprono, ma rigorosamente senza indossare alcun dispositivo di protezione individuale e senza utilizzare gli obbligatori sistemi di protezione da cadute (linee vita di cui il tetto della caserma sembrerebbe pure sprovvisto), appoggiando trabattelli improvvisati e fuori norma su sostegni ancora meno stabili e sicuri. Circostanze che, se così fosse, sarebbe una grande contraddizione in termini poiché presso il Centro di Moena vengono svolti appositi corsi per i lavori in quota degli operatori di Polizia…!!!
Questa strampalata impresa sembrerebbe abbia perfino destato tale scalpore e indignazione anche nella popolazione che vive nelle immediate vicinanze della caserma, al punto tale che qualcuno parrebbe addirittura abbia fatto delle foto inviandole agli Enti competenti.


Le mansioni dei suddetti poliziotti, però, sono diventate nel tempo così epiche che anche altri colleghi cercano di imitarle, magari per proporsi agli occhi del Direttore come eventuali sostituti o nel caso ci sia bisogno di aiuto in “cantiere”: infatti non è raro vedere (basta passeggiare al di fuori della caserma) altri poliziotti (forse cinofili!!!), che anziché fare il lavoro per cui vengono comandati, svolgerebbero lavoro di giardinaggio come il regolare sfalcio del prato svolto con l’impiego di trattorini tagliaerba motorizzati oppure il taglio (non si capisce per quale ragione) di alberi ad alto fusto mediante potenti e pericolose motoseghe. Oltre a quanto già segnalato, ci viene riferito che le disposizioni ministeriali in vigore, e così come accaduto per tutti gli altri direttori degli istituti di istruzione della Polizia, anche all’interno della Sede del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato di Moena esiste un alloggio di servizio individuale che viene concesso in uso al direttore in virtù dell’incarico connesso.
All’attuale Direttore del Centro sembrerebbe non basti neppure lo storico appartamento di circa 100 mq (se non oltre!)assegnatogli, significando che, da quanto appreso, il direttore starebbe addirittura utilizzando altri due locali attigui per ampliare la sua umile dimora, quasi raddoppiandola in superficie.
Ciò a scapito di ambienti di uso comune alla Scuola!


Secondo quanto riferito, il Direttore avrebbe “requisito”, a suo uso e consumo, sia la “foresteria” confinante col suo appartamento e da sempre destinata ad eventuali degenze di isolamento del personale accasermato o ad altri casi di necessità o emergenza, ed anche un altro locale di uso comune che si trova sullo stesso piano del suo appartamento utilizzato normalmente come barberia a beneficio di tutti i colleghi della Scuola.


Non solo: sembrerebbe che i lavori di ristrutturazione dell’appartamento siano stati effettuati dai fedelissimi del noto “minuto mantenimento” che a seguito del suo insediamento, in qualità di direttore della Scuola, si sono immediatamente attivati per ristrutturare, rinnovare la pavimentazione e i sanitari, tinteggiare, abbattere muri (non si sa se portanti o meno), spostare mobilio, ripulire e chissà cosa altro. Un metodo sicuramente ottimo per accogliere il nuovo capo.
Sembrerebbe ancora che l’ufficio tecnico logistico, evidentemente senza farsi troppe domande. La Segreteria Nazionale sito: www.osapolizia.it email: osapolizia@gmail.com pec: osapolizia@legalmail.it e senza cavillare su eventuali mancanze di preventive autorizzazioni, avrebbe inoltrato alla competente Prefettura le fatture dei materiali di consumo utilizzati (senza la posa in opera degli stessi???) per la liquidazione. Alla luce di quanto sopra, chiediamo che venga aperta una inchiesta interna che possa accertare se quanto raccontato a questa O.S. e su esposta corrisponda al vero e, nel caso in cui così fosse, si prega di intraprendere ogni utile azione affinché i poliziotti rientrino in possesso dei locali della Scuola.


Chiediamo altresì se lecito e rispondente ai criteri di efficacia, efficienza ed economicità della P.A. utilizzare il personale in mansioni lavorative non comprese tra le finalità istituzionali e se per tali scopi sono state utilizzate prestazioni di lavoro straordinarie. Inoltre, chiediamo se le spese per i consumi e le utenze ad esclusivo beneficio del direttore e della sua famiglia vengano calcolate sulla base dei metri quadri del solo appartamento ufficialmente assegnatogli all’inizio del suo incarico oppure siano state anch’esse aumentate in proporzione agli spazi occupati. In merito a quanto esposto si rimane in attesa di riscontro. L’occasione ci è gradita per porgerVi

Cordiali Saluti.

Aversa, 26 settembre 2023

 

LA SEGRETERIA NAZIONALE
ORIGINALE FIRMATO E PROTOCOLLATO AGLI ATTI
Documento privo di firma autografa perché gestito in formato
digitale ai sensi art.3 D.lgs, 12 febbraio 1993 n.39 – artt. 21 e 47
del Codice dell’Amministrazione Digitale

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